24 febbraio 2012: Radio Whallahi

La Radio è tanto imortante qui, una sorella maggiore che viene ascoltata e seguita. Se l'ha detto la radio è vero.
La  radio locale parla bambarà, dà informazioni e fa un pò di scuola, spiega in modo comprensibile le cose. Fa racconti, parla parla tutto il giorno. Tutto il giorno fino a mezzanotte, dopo di che ogni radio maliana tace, resta solo la francese RFI. Anche per la televisione locale, un solo canale ORTM che parla francese, vale lo stesso coprifuoco.
La Radio adesso è incandescente di critiche e sondaggi, le rubriche sono piene di telefonate. Ognuno dà il suo parere sulla situazione causata dai ribelli dell'Azawad. La radio è un continuo:
"Driiiiin, Allo? come stai? bene grazie e tu? la tua famiglia? i bambini? il cognome della tua famiglia qual è? Traorè? Ah bene siamo parenti! Cosa sai e cosa pensi della situazione in Mali" e in genere a questo punto o anche prima cade la linea, ma se invece la comunicazione prosegue si inzia il discorso.
Sono stupita dalla libertà alla radio locale di parlare liberamente delle azioni del Governo, anche criticandolo aspramente. Incredibile sentire alla radio anche chi accusa il Presidente della Repubblica di tradimento e di essere alleato con i ribelli dell'Azawad. Ma si possono dire queste cose in una radio nazionale? Sì, evidentemente. Altri esprimono dubbi, altri raccontano la loro esperienza di testimoni.
L'interlocutore lascia parlare, ma come si usa in Mali, si sottolinea sempre che stai ascoltando tramite dei cenni con la voce. Mi ricordo la prima volta che ho partecipato ad una riunione nel villaggio, nel 2009. Uno parlava e tutti gli altri annuivano al termine di ogni singola frase con un coro di "M-MM".
Ma come dicevo prima, l'argomento alla radio ora è infuocato, non bastano dei Mmm. Lo speeker alterna ad ogni frase dei 
Namu! è vero 
Whallahi! lo giuro su Dio
Awo! sì, certo
Sono detti con enfasi, in unico soffio di voce, decisi, forti.

<<Noi in Mali vogliamo la pace.>> NAMU! <<I nostri militari devono andare al Nord solo per proteggergi.>> NAMU! <<Non vogliamo una guerra.>> WHALLAHI! <<I nostri militari vogliono fare il loro lavoro ma non posson andare disarmati.>> AWO! <<I ribelli hanno interessi economici.>> NAMU! <<Il Presidente ATT non sta dicendoci tutta la verità.>> NAMU! <<La nostra gente è già povera e c'è poco raccolto quest'anno.>> WHALLAHI! <<Questi problemi hanno  causato la perdita di molto lavoro.>> WHALLAHI! <<E' importante trovare una soluzione in fretta, prima di avere troppa fame.>> NAMU! <<Preghiamo tutti che Dio ci aiuti>> WHALLAHI!

Questo è il sottofondo di queste mie mattine a Segou,  mentre sono in casa con la radio accesa. Al pomeriggio sono al corso con i bambini o i ragazzi,  poi alla sera riascolto una cosa simile però dal vivo: infatti quando, come d'abitudine ci si raggruppa e si prepara il the, si comincia a parlare ed ora si l'argomento è sempre e sempre la situazione al Nord. Per un pò si è parlato del festival, ora è già un bel ricordo lontano che lascia spazio a preoccupazioni vicine.

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